sabato 4 dicembre 2010

Freddo - reprise

Il freddo è tornato.
Sta iniziando un nuovo inverno, che però sarà più caldo del precedente, su questo posso esserne certo. Piove, in molti aspettano la neve, ma personalmente ne farei volentieri a meno, almeno qui in città. Sono qui con il mio fido portatile, per consegnare a questo finale d'anno gli ultimi pensieri, le ultime emozioni, intese nel senso temporale del termine: qui le emozioni ed i pensieri stanno ancora all'inizio, ben lungi dall'essere punto di conclusione. L'unica cosa che si conclude è un anno strano ma bello, intenso, importante: dodici mesi fa non avrei scommesso un soldo bucato su quest'anno. Oggi guardo i dodici mesi passati e vedo luce, sorrisi, cuori, anime, persone, ognuna speciale a modo suo.

C'è tanto da imparare tra le parole e gli sguardi, non solo il senso diretto di quello che percepiamo; ci sono gli “spazi tra le righe” che raccontano molto se non di più. Abbiamo affinato fenomenali doti di comunicazione dai tempi dei primi grugniti degli uomini primitivi. Oggi abbiamo anche i social network, versione moderna dei segnali di fumo che si vedono da lontano. Comunichiamo spesso con le dita, ma questo non toglie il piacere di vedersi, anzi, per quanto mi riguarda aumenta il desiderio di condividere la presenza con questi innumerevoli amici di tastiera e quando è possibile si fa.

Il freddo sta tornando ma è solo meteorologia invernale. Oggi sto respirando aria di primavera inoltrata, quel tepore che comincia a   parlare di estate. Parlo con i miei figli e mi perdo nei loro occhi, nei loro giovani pensieri pieni dell'entusiasmo e della sfrontatezza della loro età. Stanno crescendo. Ieri li tenevo ancora in braccio, oggi parliamo di passioni, emozioni, timori. Oggi ci sono abbracci che danno e cercano affetto volontariamente. Oggi ci sono dei “perché” che chiedono risposte  non vaghe. Piccoli che diventano grandi, una delle tante meraviglie che ci circondano, altro da te che però riflettono una parte della tua anima.

E dove sono andati i passanti imbacuccati e le macchine rumorose? Vedo persone che al di là del loro abbigliamento hanno qualcosa da raccontare, anche solo da come  si muovono tra le vite degli altri passanti. Le macchine no, quelle ci sono e sono sempre rumorose, quel rumore che spesso confonde i sensi, quel disturbo che ormai siamo abituati un po' ad isolare ma è sempre presente, come il fischio nelle orecchie.

Non sento più il freddo.
E non è solo questione di essere caloroso di natura. Il freddo dell'inverno quello più meno si fa sentire, è il freddo dei pensieri abbandonati a se stessi quello che non sento più, quei pensieri che non trovano una strada per arrivare agli altri. E' il freddo delle parole non dette, delle cose non fatte. Tutto ciò che poi ti fa pentire di non averlo realizzato. Non nego che a volte ci vuole ancora un maglione un po' più pesante, ma sono momenti circoscritti nel tempo, il tempo necessario per trovare un sorriso o una parola e scaldarsi di nuovo.

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