lunedì 23 dicembre 2013

Il pensiero, il genio e il sorriso.

Riusciremo mai a capire la complessità del genio, i grandi pensatori visionari?
Più che capire, nel senso di comprendere, che potrebbe non essere alla portata di tutti, intendo comprendere queste grandi idee nel momento in cui si manifestano in modo da poterle magari attuare o far trovare loro una strada, un mezzo, per manifestarsi.

Mi viene il terribile dubbio che in questi ultimi anni molti cosiddetti "pensatori", ma penso anche ricercatori in tutti i campi della scienza, siano stati abbondantemente trascurati, in alcuni casi per negligenza, purtroppo temo che in altri casi, e questo è quello che mi spaventa di più, per precisa volontà.
Non posso, non oso immaginare che fine abbia fatto il progetto del motore ad acqua, di cui si era parlato parecchio in passato. E chissà quante e quali altre scoperte sono state accuratamente sepolte in fondo a qualche archivio. O quante di queste non hanno mai visto la luce perché i loro ideatori non avevano modo di farle arrivare al pubblico.

Ci lamentiamo, giustamente, perché in Italia non si fa buon uso del denaro pubblico, ma se allarghiamo la visione probabilmente questo succede anche a livello mondiale, soprattutto quando di mezzo ci sono forti interessi di pochi soggetti che però hanno in mano l'economia e le decisioni globali.

Arrivato di solito a questo punto nei miei pensieri mi trovo abbastanza bloccato, per così dire, sorta di Davide di fronte ad un Golia del quale forse riesco ad intuire solo la dimensione delle caviglie: un sasso scagliato verso l'alto, verso l'ignoto, che probabilmente non arriverà nemmeno alla meta della sua traiettoria verso il bersaglio.

Per questo mi sento inutile e inerme? No. Penso alle formiche che scavano imperi sotto terra e a volte minano le fondamenta di strutture che vanno al di là della loro immaginazione.

Rimango dell'idea che il genio va coltivato, abbiamo enorme bisogno di qualcuno che continui a pensare al di fuori degli schemi e delle regole che rischiano invece di fossilizzarci tutti. Allora iniziamo dal piccolo, o meglio dai "piccoli".

Guardatevi attorno, non troppo distante, chi ha figli cominci da loro. Imparate a conoscerli e a riconoscere la loro genialità pura, ancora incontaminata. Possibilmente non provate a comprenderli sulla base delle vostre idee, altrimenti rischiate di non vedere. Molti bambini, giovani ragazzi, manifestano dei comportamenti strani, non sto parlando di chiare e conclamate patologie, ma diciamo modi di pensare, di ragionare sulle cose un po' al di fuori degli schemi ai quali siamo abituati noi.
Prima di bollarli come "strani" ragionateci sopra, discutetene e confrontatevi con altre persone, magari con chi a sua volta potrebbe aiutare anche voi a capire meglio queste situazioni.

Non trascurate i talenti artistici: le menti artistiche sono le più aperte al pensiero libero, alla genialità delle intuizioni: credo che il nome di Leonardo Da Vinci basti come esempio. Forse non averete il nuovo Leonardo Da Vinci in casa, ma non si sa mai...

Einstein diceva: "La genialità è una intelligenza che si diverte". Lasciate che i vostri ragazzi abbiano la possibilità di far divertire la loro intelligenza. Sarebbe bello che questo fosse lo slogan di molte scuole, di tutte, probabilmente domani avremo meno politicanti egoisti e molti più sorrisi di tutti coloro che sono stati aiutati a stare meglio grazie a quel bambino seduto in fondo alla classe che fa strani disegni.

Nessun commento:

Posta un commento