giovedì 3 giugno 2010

Nuvole

In questi giorni sto fotografando le nuvole. Quasi mi scoccia vedere il cielo azzurro limpido e terso. Non so, mi ha preso questa cosa, forse perchè anche loro sono in continuo mutamento e in ogni momento sono diverse da com'erano un istante prima. Vorrei fissare tutte le loro forme, così uniche e irripetibili. L'altro giorno stavo arrivando a casa e guardando verso il cielo noto un possibile buon soggetto. Non ero in posizione ottimale, troppi palazzi e lampioni. Ok, tempo di salire a casa e dalla terrazza al quarto piano prendo tutto senza impedimenti. Quattro piani e non c'era più nulla, solo cielo terso e limpido.
Quanto è giusta e quando è giusta la filosofia del "cogli l'attimo"? Prendiamo subito quello c'è o magari se aspettiamo c'è qualcosa di meglio? L'indecisione ci tenta.

Oggi osservavo una persona, stavamo bevendo il caffè, chiacchierando di ricordi di scuola e vedevo i cambiamenti di espressione man mano che ricordava alcuni episodi del passato. Attimi di mutamento delle espressioni che andrebbero fissati tutti, perché in ognuna di quelle espressioni c'era una parte della storia che mi stava raccontando, che non può essere completa se una parte viene dimenticata.

Che forma hanno una storia, un racconto, un ricordo? Tante forme e nessuna in particolare. Sono l'insieme di quello che abbiamo sentito, osservato, capito, fatto nostro, sapendo che corriamo continuamente il rischio di lasciarci sfuggire qualcosa e non sapremo mai se quello che ci siamo persi era importante oppure no. D'altra parte non possiamo nemmeno pensare di poter cogliere tutto, saremmo troppo attenti ai particolari e allo stesso tempo troppo distratti dal senso, dal significato di quello che ci viene detto. Il compromesso sta nel sentimento e nelle emozioni che fanno da collante a questa sequenza di fotogrammi che colgono una parte della storia, che ne riempiono gli spazi vuoti dove i nostri sensi non sono arrivati: dove non arrivano la ragione e la razionalità arriva il cuore, che ci permette di capire quello che non viene detto o in qualche modo mostrato, che ci fa sentire più nostre le lacrime che altrimenti rimarrebbero solo delle scie umide sulle guance di un'altra persona, o la gioia profonda di un sorriso che non è solo esercizio dei muscoli del volto.

Così sono le nuvole. Ne osserviamo le forme in vari momenti, non in tutti. Lasciamo loro un po' del mistero di quello che sono state nel frattempo, nell'attesa di scoprirlo magari più in là. Altri attimi dove avremo l'occasione di fare nostra ancora un po' della loro bellezza.

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