martedì 4 maggio 2010

Cosa resta dei sogni?

Ditemi chi avete incrociato oggi quando siete usciti? o sull’autobus? e la signora che ha attraversato la strada davanti alla vostra macchina, avete presente?
Quante volte non abbiamo visto qualcuno? quante volte ci siamo persi l’occasione di conoscere una persona speciale?
Era il 25 gennaio quando ho visto due donne teneramente abbracciate l’una all’altra scambiarsi emozioni. Si tenevano per mano, si guardavano trovandosi l’una negli occhi dell’altra, si baciavano trovandosi l’una nel respiro dell’altra, sfidando tutto e andando oltre le apparenze. Poi una delle due si è allontanata, sorridendo, con lo sguardo che diceva “ci sono, non preoccuparti”, senza mai voltarsi perché i loro occhi potessero continuare a vedersi, perché i loro sguardi potessero dirsi quello che le parole non potevano o non riuscivano a dire. Anche se in quel momento si stavano separando loro si erano trovate, per una incredibile serie di non so quali coincidenze le loro vite si erano incrociate dando loro l’occasione di guardarsi: potevano rimanere ignote passanti l’una nella vita dell’altra ma al momento giusto hanno rivolto lo sguardo fuori dalla propria anima.
Con la stessa probabilità che due comete possano scontrarsi nell’infinito dell’universo, i loro mondi sono entrati in collisione in mezzo all’infinito della stupidità umana e un’onda lunga di emozioni, inarrestabile come uno tsunami si è allargata intorno a loro travolgendo, nel bene e nel male, tutti quelli che hanno avuto l’occasione, ma direi più il privilegio, di conoscerle.
Conoscere.
Non è solo sapere un nome o ricordare un volto, è qualcosa che per le persone deve scendere più nel profondo, è anche familiarità non occasionalità. Jung diceva: “La conoscenza si basa non solo sulla verità ma anche sull’errore”, e quanto facile è commettere degli errori nel rapportarci con gli altri se non c’è sufficiente vicinanza per arrivare a percepire a 360 gradi chi ci sta di fronte?
Purtroppo chi si ferma alla superficie non può vedere in modo obbiettivo e solo chi scende in profondità può capire con il cuore. Pillola rossa o pillola blu, come in Matrix: dipende dove si vuole arrivare o dove non si vuole arrivare.
Due donne hanno deciso di conoscersi, nella verità, negli errori, nelle incomprensioni e nei chiarimenti, anzi hanno deciso di andare oltre, di spingersi più in là degli stereotipi, facendosi tanti nemici, sia tra chi le ha sempre contestate, ma anche tra coloro che, in teoria, dovrebbero stare dalla loro parte, perché non tutti hanno capito, non tutti hanno “osservato” in silenzio, molti hanno solo “visto” in mezzo a tanto clamore. E così in mezzo a questo clamore, che notoriamente fa molto più rumore del rispettoso silenzio, due donne hanno giustamente deciso di viversi a modo loro, in un modo che non ci è dato di sapere, ma chi ha imparato e saputo osservare ora ha gli strumenti per conoscere e capire; per tutti gli altri i sogni rimarranno eterei, sbiaditi e inconsistenti frammenti di memoria.

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